La casa filosofica ispirata alla Grecia antica | Elle Decor

2022-10-17 12:51:04 By : Ms. Angela Her

Immaginando di essere iscritti a una scuola fisolofica, abbiamo reinterpretato l'antica casa greca (Oikos) in chiave contemporanea

"La filosofia delle scuole era, prima di tutto, un'arte di vivere; un ferreo allenamento destinato non solo a stimolare l'intelligenza del discepolo, ma a trasformare la sua esistenza attraverso una serie di regole, di pensiero e di vita. Attraverso queste regole prende forma una saggezza che non si pone mai come alternativa alla felicità: anzi, soprattutto nelle scuole nate nel solco dell'insegnamento socratico, si realizza proprio nella vita felice del sapiente. La felicità degli antichi (εὐδαιμονία, eudaimonia: composto di εὖ "bene" e δαίμων "spirito, sorte") è un destino fortunato che ci si costruisce attraverso la giusta postura del corpo e della mente; ed è una forma quasi eroica di fedeltà a sé stessi, di dedizione alla propria vocazione naturale - che è, appunto, quella di essere felici. È un esercizio di libertà, non solo dagli scherzi del fato, dai capricci delle opinioni altrui o dalle fortune o iettature che la sorte ci rifila, ma anche e soprattutto da noi stessi; dagli automatismi delle abitudini, dalle relazioni immediate che ci trasformano in burattini alla mercé di un sistema di credenze accolto in maniera acritica. Per questo le regole delle scuole delineano una progressione di esercizi che esigono che chi li compie metta in discussione di continuo la propria disposizione interiore - e, anche, quella esteriore". Così inizia Lezioni di felicità, il libro della filosofa Ilaria Gaspari che, nel contesto di una narrazione filosofica, tutta romanzata, rivela quale sia la via da battere per essere felici.

Con il cuore spezzato, la protagonista delle pagine si affida alla filosofia antica per ritrovare la felicità. E per sei settimane si iscrive a sei scuole diverse: pitagorica, eleatica, scettica, stoica, epicurea e cinica. Così ristudia i paradossi di Zenone, tiene con sé il Manuale di Epitteto (nella traduzione leopardiana) e reinterpreta in chiave contemporanea i 15 principi pitagorici - che, a leggerli senza mandare indietro l'orologio al 530 a. C., sembrano tutt'altro che praticabili: "Astieniti dalle fave. Non raccogliere ciò che è caduto. Non toccare un gallo bianco. Non spezzare il pane. Non scavalcare le travi. Non attizzare il fuoco con il ferro. Non addentare una pagnotta intera. Non strappare le ghirlande. non sederti sul moggio. Non mangiare il cuore. Non camminare sulle strade maestre. Non permettere alle rondini di dividersi il tuo tetto. Quando togli dal fuoco la pignatta non lasciare la sua traccia nelle ceneri, ma rimescolale. Non guardare in uno specchio accanto a un lume. Quando ti sfili dalle coperte, arrotolale e spiana l'impronta del corpo". Ilaria Gaspari ne sa. Seduta di tre quarti accanto a Fiorella Mannoia il venerdì sera su Rai3, nel programma la Versione di Fiorella, regala al grande pubblico della TV una chicca sulla filosofia del passato, portando un po' di Magna Grecia dentro le case contemporanee. Fra la ricerca della felicità e gli esercizi spirituali per mettersi in discussione tutti i giorni, abbiamo realizzato uno spazio da abitare ispirato all'Ellade. Il ricordo di klismos, kline e kibotos (sedia, letto e cassone dove gli Elleni riponevano le loro vesti) si intreccia a complementi d'arredo di ispirazione moderna che ricalcano le forme della tradizione. "Comincerà così, ora che ne ho più bisogno, ora che avrei cose ben più urgenti di cui occuparmi, la mia educazione filosofica, la mia ricerca della felicità".

Lo possiamo immaginare grazie alle antiche scritture e lo possiamo intravedere (in parte) nei musei d'archeologia: il kline, il letto del popolo ellenico, era l'arredo-icona del riposo. Questo è il modello Kline No.183, disegnato dal designer T. H. Robsjohn Gibbings per il brand di fama internazionale Saridis of Athens, che, dalla città-culla dell'umanità a New York (e oltre), ha diffuso nei musei di tutto il mondo il design della tradizione ellenica. Il designer americano, esposto con la sua Klismos Chair di Saridis of Athens al MET di New York e al Brooklyn Museum, ha realizzato questo letto ispirandosi a un kline originale greco, ritrovato dall'archeologo Spiros Marinatos nel 1967 negli scavi di Acrotiri (Santorini). "Il kline originale è oggi esposto al museo archeologico di Atene", racconta Zois G. Spiliotis, erede del brand greco, aggiungendo che "Kline No.183 si realizza in legno di noce greco. Ha quattro gambe legate per mezzo di un sistema di cinghie di cuoio ed è tutt'oggi frutto di una lavorazione artigianale".

La chaise longue Capitello, realizzata da Studio65 per Gufram, è un pezzo contemporaneo che ricalca dichiaratamente le forme della tradizione greca. Si tratta dell'interpretazione di un capitello di ordine ionico (nell'architettura del passato, la cima di una colonna composta da collarino, occhio della voluta, nastro della voluta, canale della voluta e abaco, pronta a reggere la trabeazione). Ma con Gufram il capitello greco diventa morbido. La chaise longue interpreta in chiave pop-monumentale i reperti archeologici pre-cristiani trasformandoli in oggetti di uso quotidiano. Realizzato in morbido poliuretano e rifinito a mano in Guflac Ultra, Capitello ricalca le dimensioni e le forme delle colonne dell’Eretteo dell’Acropoli di Atene.‎ La collezione, realizzata nel 1972, è oggi esposta al Metropolitan Museum di New York, al Centre Pompidou di Parigi e al Denver Art Museum.‎

Il coffee table Betti modello II, disegnato da Marialaura Rossiello, Studio Irvine per Forma&Cemento, trae ispirazinone dall'arte classica. Un volto dalle origine misteriose, ma dichiaratamente appartenente al passato, regge un ripiano dalla forma stondata. Così il cemento - ovvero il materiale che lo realizza - si ammorbidisce immediatamente, comunicando un senso di inaspettata dolcezza estetica. Ogni prodotto del brand è realizzato interamente in Italia in cemento UHPC, una speciale malta cementizia ad altissime prestazioni che garantisce durevolezza e resistenza. Grazie al lavoro di un team di artigiani esperti e alle tecniche speciali di lavorazione, i progetti arrivano a comunicare un insolito messaggio prezioso: la solidità può abbinarsi alla leggerezza. Così il carattere per lo più industriale del cemento diventa un mezzo espressivo dell'abitare privato e contemporaneo.

Il progetto Parallel Bench del duo greco del design contemporaneo Objects of Common Interest nasce nel 2016 da un lavoro vis à vis sul marmo. Con il desiderio di unire il materiale del passato che ha costruito la Grecia antica a un'estetica contemporanea dall'anima monumentale, la panchina comunica un concept fedele alla polis: lo sport. Una rete di tubi d'acciaio posizionati su strati sovrapposti di lastre di marmo ricalca l'immagine di una panchina sportiva. InNella Grecia antica, l’attività fisica era parte della cultura della società: un dovere prima ancora che un piacere. Basti pensare ai cadetti spartani, che già all'età di sette anni venivano inseriti all'interno di un rigido regime militare. Se Parallel Bench entra nelle case d'oggi come seduta conviviale - complemento di arredo del relax (seppur passeggero) -, un tempo sarebbe stata interpretata come l'arredo dello sport e della soddisfazione.

La lampada Maria di Rubble è frutto del lavoro di Max, Gillian e Jerrie-Joy - tre creativi che hanno dato vita a questo brand emergente del design. La piccola azienda a conduzione familiare si lustra di tre diversi background: il cinema, l'arte, l'illuminazione. Tutti i progetti firmati Rubble nascono dall'immaginazione giocosa e senza limiti. Con questo processo creativo ha preso forma, anche, Maria: come un tesoro proveniente dall'antichità, l'estetica della base della lampada è influenzata dal simbolismo monolitico e dalla Storia. Realizzata a mano con cemento aerato, la sua struttura sembra pietra naturale. Il paralume, fatto di cotone e lino, presenta una serie di sfumature dipinte a mano. Il risultato è una collezione di lampade (Maria, Betty e Dusty e Goldie) che portano in casa calore, equilibrio e tradizione.

O24 è il lavabo freestanding in marmo, realizzato da gumdesign per Antonio Lupi. Si compone di 24 spicchi di marmo incollati fra loro grazie a una resina speciale a contrasto di colore, che dà origine a un effetto visivo estremamente affascinante. Il lavabo materializza l'idea, in parte ancestrale, della vasca a colonna che dal basso sale verso l'alto portando l'acqua - elemento vitale - alle mani, alla bocca, al viso di chi abita la casa. Ma O24 calca anche le forme geometriche contemporanee che stanno scrivendo la moda degli spazi di oggi, unendo i concept del passato a quelli del futuro. Non solo. Il marchio, nel rispetto dei principi ambientali, realizza il prodotto utilizzando materiali di recupero. Il bacino è in marmo bianco di Carrara mentre il piedistallo è in marmo nero Marquinia. Questo lavabo, insieme ai Gessati e ai Rigati, fa parte della collezione Tra_Le_Righe frutto del lavoro di gumdesign per Antonio Lupi.

Ritualità, sacro e profano. La designer Stella Orlandino presenta Segnacoli, una collezione di vasi in ceramica nata da una ricerca formale sul vasellame dei corredi funebri del primo maestro italiano di ceramica attica a figure rosse del V secolo a.C., il Pittore di Pisticci. Pisticci, cittadina nota al mondo per la produzione dell'Amaro Lucano e per lo straordinario paesaggio dei calanchi (molte pubblicità vengono girate lì), si trova nel cuore della Basilicata e, un tempo, apparteneva ai territori della Magna Grecia. Così Segnacoli nasce da un'indagine visiva studiata ad hoc prendendo in esame l'estetica del passato e abbinandola, poi, a tratti e palette cromatiche contemporanee. La collezione non abbandona la tradizione ceramica d'oggi, ma, anzi, ne rafforza il simbolismo e il pregio del suo messaggio e della sua funzionalità.